“Con il termine food craving si fa riferimento ad un desiderio irresistibile di cibo, difficile da controllare ed arginare. È estremamente comune nella popolazione generale e può portare a sovrappeso e/o obesità. La definizione più comune di food craving è quella di inteso desiderio per un cibo specifico.”
Due sono gli aspetti importanti di questa definizione.
Il primo è che il desiderio è definito “intenso”, nel senso che interferisce con le nostre attività quotidiane, è difficile da placare e frenare. Questa caratteristica ci aiuta a distinguere il “craving” dalla normale voglia di uno specifico cibo durante la giornata (ad esempio, una pizza rispetto ad un piatto di pasta). Il craving è infatti un desiderio che ha bisogno di essere soddisfatto nell’immediato, è potente e irrefrenabile.
Il secondo aspetto critico è la specificità. Questo termine aiuta ancora una volta a differenziare il craving dalla fame biologica. Quando abbiamo fame possiamo placare questa sensazione con qualsiasi cibo (pur sempre scegliendo qualcosa di gradevole per noi). Ad esempio, dopo una lunga mattinata di lavoro passata senza mangiare, arrivati a pranzo, potremmo sentire di avere molta fame. Cosa scegliamo? Per sfamarci potremmo optare per un panino, un piatto di pasta, delle uova o ancora della carne. Qualsiasi sia la nostra scelta, ci basiamo sulla disponibilità di quel cibo in quel momento, sulle nostre preferenze o abitudini.
Al contrario, il desiderio (o craving) è una “fame” che sopraggiunge in momenti particolari della giornata ed è rivolta a cibi specifici. Ad esempio, a conclusione di una giornata stressante potremmo ritrovarci a ricercare un cibo che ci gratifichi, come un pezzo di cioccolata, del gelato o delle patatine. In questi casi, quella che sentiamo non è semplice fame biologica ma è un desiderio, una voglia che ha bisogno di essere soddisfatta in quel momento da quel cibo in particolare. L’interesse clinico per questo fenomeno deriva dal fatto che il craving tende a presentarsi frequentemente nella popolazione generale (senza essere necessariamente associato ad un disturbo del comportamento alimentare) e, essendo soprattutto rivolto verso cibi ricchi di sale, zuccheri e grassi, può portare a sviluppare condizioni di sovrappeso o obesità.